Resistenza alla frattura di primi molari mandibolari trattati endodonticamente con cavità d’accesso conservativa e differenti tecniche di restauro: studio in vitro.
Mohammad D. Al Amri, BDS, MS, FRCDC1; Sulieman Al-Johany, BDS, MSD, DABP, FACP1; Haneef Sherfudhin,BDS, MDS1; Badar Al Shammari, BDS, MSc2; Sami Al Mohefer, BDS3; Mohammed Al Saloum, BDS4; and Hatem Al Qarni, BDS4
1 Department of Prosthetic Dental Sciences, College of Dentistry, King Saud University, Riyadh, Saudi Arabia 2 Department of Dentistry, King Faisal Specialist Hospital and Research Center, Riyadh, Saudi Arabia 3 Department of Prosthodontics, College of Dentistry, Hail University, Hail, Saudi Arabia 4 Prosthetic Dental Science Department, College of Dentistry, King Saud Bin Abdulaziz University for Health Sciences, Riyadh, Saudi Arabia
Aust Endod J 2016
Introduzione
Studi hanno riportato che la frattura dei denti trattati endodonticamente è associata alla perdita di struttura dentale a causa di carie, accesso e preparazione del canale. Come risultato della perdita di dentina, incluso alcune strutture anatomiche come le cuspidi, il tetto della camera pulpare e le creste, si può avere una frattura del dente dopo il restauro definitivo.
Attualmente vi è mancanza di consenso circa il materiale più adatto per un restauro conservativo del dente trattato endodontico: lo scopo di questo studio era quello di indagare la frattura dei denti trattati endodonticamente con apertura conservativa, con varie tecniche restaurative sotto carico occlusale statico.
Materiali e metodi
Sono stati utilizzati 72 primi molari mandibolari, estratti per motivi parodontali nei tre mesi precedenti, con dimensioni simili. I denti sono stati divisi in sei gruppi di 12 elementi: gruppo 1 denti senza alcuna preparazione o restauro (gruppo controllo), gruppo 2 restauro in amalgama, gruppo 3 restauro in composito diretto, gruppo 4 inlay in ceramica, gruppo 5 onlay in ceramica, gruppo 6 corona in zirconio.
Tutti i campioni sono stati montati in un supporto e caricati su un asse di 15 gradi con orientamento linguale, nella fossa centrale. Il carico di frattura è stato determinato in Newton. Fratture favorevoli sono state definite quelle riparabili (sopra la cresta ossea nella simulazione) mentre quelle sfavorevoli quelle più profonde e quelle verticali.
Risultati
Tra i 6 gruppi quello controllo ha avuto il valore più alto di resistenza alla frattura (2520,58 N). Nei denti trattati i valori più alti si sono avuti nel gruppo dei compositi e della corona in zirconia senza differenze significative tra i due gruppi. E’ stata osservata una differenza significativa tra il gruppo 4 (inlay, 718,33N, valore peggiore dello studio) e gli altri gruppi. Circa il tipo di fratture, il gruppo dei compositi ha avuto tutte fratture sfavorevoli mentre il gruppo della zirconia ha avuto il 66,7% di fratture favorevoli.
Discussione
La prognosi di un dente trattato endodonticamente è direttamente correlata alla quantità di tessuto sano e alla qualità del restauro coronale definitivo. In questo studio le fratture più catastrofiche si sono verificate nel gruppo del composito diretto, tuttavia è da sottolineare che il carico massimo che si sviluppa nell’uomo è di 600N, più basso del carico più basso registrato in questo studio, necessario alla frattura (718,33N).
In generale le maggiori cause di fallimento dei restauri dopo trattamento endodontico sono la decementazione e la frattura del dente rimanente.
Conclusioni