Scopri come ricevere la nostra nuova newsletter "Cosa succede in casa AIE"

Luglio 2024

La pandemia del coronavirus 2019 è stata associata a un aumento del tasso di denti fratturati?

Ali Nosrat, Peter Yu, Prashant Verma, Omid Dianat, Di Wu and Ashraf F. Fouad

J Endod, 2022 Oct;48(10):1241-1247. 

Come ben sappiamo la malattia da Coronavirus 2019 generata dalla pandemia Covid-19 ha avuto importante impatto su diversi aspetti della salute pubblica compresa la salute orale. Diversi studi affermano che la pandemia Covid-19 è stata associata ad una minor frequenza di visite odontoiatriche, al peggioramento della salute dentale e all’aumento dell’esperienza di dolore dentale. Di certo questi fattori sono da ricercarsi in un’interruzione dei servizi socio economici, in un minor accesso agli studi nel dato periodo e certamente nella paura di contaminazioni incrociate a seguito di visite dentistiche. Studi precedenti a questo hanno mostrato un significativo aumento dei livelli di dolore durante la fase iniziale pandemia del 2020. I valori si sono poi normalizzati durante il 2021, anche se in entrambi i periodi è stato osservato un aumento dei trattamenti canalari non chirurgici. Da un sondaggio del 2021 dell’American Dental Association i dentisti intervistati hanno riportato un aumento dell’incidenza di denti incrinati o rotti. Poiché il dente incrinato costituisce un fattore eziologico speciale da valutare vale la pena soffermare l’attenzione soprattutto sulla sua relazione con il Covid-19. Gli obiettivi di questo studio osservazionale sono stati determinare il tasso di incrinature e altri fattori eziologici  importanti per la patologia endodontica durante il periodo della pandemia Covid-19.

MATERIALI E METODI: Lo studio si basa su dati raccolti durante due studi precedentemente eseguiti. I dati raccolti provengono da due ambulatori endodontici privati del nord Virginia e di  Washington. Entrambe le strutture sono rimaste operative durante tutta l’epidemia di Covid-19 nel 2020 (Marzo-Maggio) fino al 2021. I due ambulatori hanno condiviso lo stesso gruppo di endodontisti e lo stesso personale amministrativo e clinico durante tutto il periodo dello studio. La raccolta dati all’arrivo del paziente che lamentava dolore avveniva in cartella elettronica dove venivano riportati risultati clinici, radiografici, le eziologie e le opzioni di trattamento.  A tali fini i clinici eseguivano esami come la palpazione, la percussione degli elementi dentari, test termici-elettrici della polpa e valutazione della mobilità al fine di determinarne l’eziologia.  Sono state eseguite rx-endorali periapicali con uso del centratore utilizzando sensore digitale ai fosfori. Gli endodontisti hanno stabilito una diagnosi pulpo-periapicale per i denti valutati. Al termine del trattamento l’endodontista ha documentato tutti i risultati nelle proprie note documentando la prognosi e i risultati attesi in base all’eziologia.

RISULTATI: I dati sono stati analizzati statisticamente riscontrando cambiamenti significativi nel tasso dei vari fattori eziologici per patologia endodontica durante la pandemia Covid-19. Gli aumenti significativi riguardano anche il tasso di denti fratturati e infezioni persistenti.  

In particolare sono state rilevate associazioni significative tra i denti fratturati e certi gruppi di età e sesso in ciascun anno di studio.  L’analisi statistica anno per anno ha dimostrato che il tasso di denti fratturati è aumentato in modo significativo nel campione di pazienti analizzati con un’età compresa tra i 40 e i 60 anni nel periodo dell’epidemia del 2020. Inoltre nel periodo della pandemia 2021 c’è stata una associazione significativa tra denti fratturati e sesso maschile per fasce di età tra i 40 e i 60 anni e per pazienti con maggiore età dei 60 anni.

DISCUSSIONE: Questo studio è il primo a esaminare l’associazione tra la pandemia Covid-19 e i cambiamenti nell’eziologia delle patologie endodontiche con particolare riferimento ai tassi di denti fratturati. I risultati indicano che l’epidemia iniziale di Covid-19 (2020) è stata associata ad un aumento importante dei tassi di elementi incrinati. Un anno dopo, nel mezzo della pandemia (2021) i tassi erano ancora elevati rispetto all’era pre-Covid (2019) ma significativamente inferiori all’epidemia iniziale. Per ora lo studio è unico per come impostato ed eccezionale per il grande numero del campione incluso ed esaminato (2440 denti). Il Covid-19 ha avuto importante impatto sulla salute dentale della popolazione studiata in specifiche aree ma non in altre  ed inoltre  non  ci sono stati cambiamenti in tale periodo nella prevalenza di carie o restauri dentali. Ciò che si può affermare è che il maggior numero di denti incrinati potrebbe essere dovuto ad una conseguenza indiretta della pandemia (maggiore stress, depressione, stato socio economico alterato) oppure come conseguenza diretta sulla salute orale (disturbi ATM, bruxismo, parafunzione). Nello studio attuale emerge inoltre che il numero di casi con infezione persistente dopo trattamento endodontico era ridotto nel 2020 ma aumentato nel corso della pandemia da Covid-19 (2021). Molti pazienti infatti, durante l’epidemia iniziale, non si sono sottoposti a trattamento per infezioni persistenti poiché asintomatiche, posticipandone il trattamento alla riapertura degli studi. Una fetta di questi pazienti pertanto non ha beneficiato in quel periodo di una diagnosi e un trattamento tempestivo.

In conclusione se da un lato il presente studio mette in luce cambiamenti significativi nelle eziologie delle patologie endodontiche riscontrando un aumento di denti fratturati dall’altro presenta limitazioni legate alla ristretta area geografica analizzata e al ristretto arco temporale. Per tali motivi ulteriori ricerche in merito sono necessarie per confermare questi risultati.

  Link al sito del Journal of Endodontics dove poter scaricare il pdf dell’articolo:

https://www.jendodon.com/article/S0099-2399(22)00465-4/fulltext