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Febbraio 2025

Efficacia antimicrobica della clorexidina e dell’ipoclorito di sodio nella disinfezione dei canali radicolari: una review sistematica e meta analisi di trial clinici randomizzati.

Ruksakiet K, Hanák L, Farkas N, Hegyi P, Sadaeng W, Czumbel LM, Sang-Ngoen T, Garami A, Mikó A, Varga G, Lohinai Z.

 J Endod. 2020 Aug;46(8):1032-1041.e7.

 

L’ipoclorito di sodio e la clorexidina sono gli irriganti endodontici più utilizzati, tuttavia non è chiaro quale di essi sia più efficace. L’obiettivo del seguente studio è quello di confrontare l’efficacia antimicrobica di questi due irriganti, CHX e NaOCl, nella terapia canalare dei denti permanenti.

E’ stata condotta una meta-analisi consultando banche dati elettroniche, tra cui PubMed, EMBASE, Web of Science e Cochrane Library. Sono stati cercati studi controllati randomizzati (RCT) pubblicati fino a marzo 2020.

I batteri e i loro sottoprodotti sono i principali fattori eziologici delle malattie pulpari e periapicali. L'obiettivo del trattamento endodontico è quello di ottenere una disinfezione completa e di prevenire la reinfezione della radice, del sistema canalare e dei tessuti periapicali. La sterilizzazione dei canali radicolari è limitata dalle tecniche, dagli strumenti e dagli irriganti attualmente disponibili. Pertanto, l'obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre le popolazioni batteriche intracanalari a livelli compatibili con la guarigione dei tessuti periapicali. La preparazione chemio-meccanica, che comprende sia la strumentazione meccanica che l'irrigazione chimica, è fondamentale per ridurre la carica batterica. La strumentazione meccanica da sola non è sufficiente a produrre una disinfezione efficace perché la complessità dell'anatomia del canale radicolare impedisce l'accessibilità della strumentazione e offre un riparo ai microrganismi. I batteri rimasti nel canale radicolare al momento dell'otturazione causano un'infezione persistente e il fallimento del trattamento. Pertanto, per ottenere una disinfezione adeguata, la strumentazione meccanica dovrebbe essere integrata con metodi di irrigazione chimica.

L’ ipoclorito di sodio (NaOCl) è l’irrigante più utilizzato durante il trattamento endodontico per la sua efficace azione antimicrobica e di dissoluzione dei tessuti. Può essere utilizzato a diverse concentrazioni che vanno dallo 0,5% al 5,25%, ma la concentrazione più utilizzata è del 2,5%. Concentrazioni più elevate, nonostante possano esercitare una elevata attività antimicrobica e di dissoluzione dei tessuti, possono portare a un aumento della citotossicità e dell’irritazione dei tessuti periapicali.

La clorexidina (CHX) è un irrigante alternativo all’ipoclorito grazie alla sua attività ad ampio spettro ed alla sua tossicità notevolmente inferiore rispetto all’ NaOCl. La concentrazione più utilizzata per la terapia canalare è al 2%. A differenza dell’ipoclorito, alte concentrazioni di CHX esercitano un effetto battericida, mentre basse concentrazioni forniscono solo un effetto batteriostatico. La clorexidina può essere usata come gel o come soluzione con la medesima efficacia. Una caratteristica importante è la sostantività; le cariche positive della molecola di CHX si legano alle cariche negative delle superfici dentali determinando una adesione prolungata, che a sua volta porta a un’attività antimicrobica di lunga durata. Tuttavia, come irrigante endodontico, la mancanza di capacità di dissoluzione tissutale rappresenta un notevole svantaggio. La letteratura recente non mostra un accordo sull’efficacia del CHX rispetto all’NaOCl, poiché diversi studi hanno presentato risultati contraddittori. Una precedente revisione ha concluso che il numero di studi clinici fosse scarso e incoerente proponendo di condurre ulteriori studi su RCT ben progettati.

Sono stati inclusi nello studio gli RCT che utilizzavano irriganti nella terapia canalare di denti permanenti con malattia pulpare e/o periapicale.

Questi studi hanno confrontato gli effetti antimicrobici tra gli irriganti CHX e NaOCl e hanno riportato il risultato in termini di riduzione batterica utilizzando metodi colturali e/o microbiologia molecolare. Sono stati esclusi da questa meta-analisi gli studi che non confrontavano gli effetti individuali di NaOCl e CHX e quelli eseguiti su denti decidui o su denti ad apice aperto.

Non sono state riscontrate differenze significative in termini di efficacia antimicrobica.

Una preparazione chemio-meccanica efficace con l'utilizzo di sostanze chimiche può migliorare l'esito clinico e il successo a lungo termine del trattamento endodontico.

Sebbene siano stati recuperati in via preliminare numerosi articoli dai 4 database, solo 8 RCT sono stati considerati idonei per una revisione sistematica integrata dalla meta-analisi.

Negli RCT inclusi sono stati utilizzati diversi parametri di irrigazione di CHX e NaOCl, in particolare varie concentrazioni e vari volumi degli irriganti. Il loro effetto antimicrobico dipende dalla frequenza e dal tempo di contatto durante l’irrigazione. Un volume o un tempo di contatto più lunghi e uno scambio frequente di irriganti potrebbero compensare gli effetti di concentrazioni minori. Tuttavia, questi parametri non sono stati descritti con precisione nelle sperimentazioni. Inoltre, altri fattori, come le formulazioni, tecniche e dispositivi di attivazione sono fortemente legati alla conseguente efficacia antibatterica. Poiché tutti questi fattori giocano un ruolo importante nell'efficacia degli irriganti, i futuri RCT dovrebbero garantire la pubblicazione di tutti i dettagli menzionati in precedenza.

In conclusione, le prove ottenute suggeriscono che sia CHX che NaOCl hanno ridotto significativamente, ma non completamente, le infezioni endodontiche durante la terapia canalare. Sono risultati ugualmente efficaci nonostante i loro diversi meccanismi molecolari. Poiché la miscela di queste due sostanze chimiche può provocare la formazione di precipitati, in caso di utilizzo combinato si propone la loro applicazione consecutiva con sciacqui intermedi tra un irrigante e l'altro, oltre che lo sviluppo di agenti antibatterici più potenti.

 Link al sito del Journal of Endodontics dove poter scaricare il pdf dell’articolo:

https://www.jendodon.com/article/S0099-2399(20)30308-3/fulltext