Chirurgia endodontica periapicale: studio con follow up a 3 anni
La chirurugia endodontica è una tecnica adottata quando gli elementi dentari con lesioni periapicale non rispondono al trattamento convenzionale per via ortograda.
Lo studio si pone lo scopo di monitorare gli esiti, a 3 anni, della chirurgia endodontica eseguita con tecniche moderne di microchirurgia e con preparazione apicale mediante ultrasuoni, su un gruppo di denti con lesioni periapicali che non rispondono ai precedenti trattamenti endodontici convenzionali.
Sono stati selezionati 154 elementi con lesioni periapicali diagnosticate radiograficamente: 8 di questi sono stati estratti durante l’intervento a causa di fratture verticali o perforazioni laterali e per questo eliminati dal campione mentre altri 26 denti di 14 pazienti sono stati esclusi a causa della mancata presenza a 3 dei 4 richiami programmati entro la fine dell’anno (12 mesi). Quindi sono stati inclusi nello studio 120 denti di 79 pazienti, richiamati nell’arco di 36 mesi a intervalli di 1, 3, 6, 12, 24 e 36 mesi in cui venivano eseguiti controlli radiografici. Tutti gli elementi dentari presentavano lesioni su uno o più apici e variavano tra un diametro di 3 e 12 mm. Segni e sintomi clinici sono stati registrati prima dell’intervento e ad ogni appuntamento.
Gli interventi sono stati eseguiti utilizzando occhialini ingranditori (4x); i lembi sono stati ottenuti con incisioni intrasulculari mentre l’apice radicolare è stato asportato per una lunghezza di 2 o 3 mm per tutti gli elementi. La preparazione dell’apice è stata eseguita con l’utilizzo di ultrasuoni (Piezon Master 400and dedicated retrotips EMS, Nyon, Switzerland) fino ad una profondità di 3 mm usando una punta specifica (Berutti CT5, EMS). Il materiale da riempimento utilizzato è stato cemento all’ossido di zinco-eugenolo modificato con EBA (Super Seal, Ogna Pharmaceuticals, Milan, Italy). Non è stato inserito nessun biomateriale per creare o mantenere spazio nella ferita. Il sanguinamento è stato indotto nel campo operatorio, se assente, al termine del riempimento e delle procedure di pulizia. La sutura è stata ottenuta con filo di seta non riassorbibile. Sono stati somministrati antibiotici a partire dal giorno prima dell’intervento e per i successivi 4 giorni (1 g amoxicillina ogni 12 ore).
I controlli radiografici usati durante lo studio con tecnica a raggi paralleli sono stati eseguiti prima dell’intervento, dopo la preparazione dell’apice, dopo il riempimento con cemento (ma prima della sutura) e poi ad ogni appuntamento di controllo.
Le radiografie sono state esaminate da due specialisti in endodonzia che hanno valutato indipendentemente ogni radiografia con ingrandimento 2x: nel caso il giudizio sia stato discorde è stata presa in considerazione la valutazione peggiore. Le categorie scelte per classificare gli esiti radiografici sono state 4:
Per essere collocate nelle prime due categorie i segni e sintomi clinici non dovevano essere rilevati già dopo il primo controllo.
I denti sono stati divisi in 3 categorie in base al tipo di denti, anteriori, premolari e molari; è stata, tuttavia, tenuta in considerazione la presenza di ricostruzioni con perni endodontici per cui, sono state introdotte altre 2 sottocategorie ovvero, denti con perno e denti senza perno.
I risultati ottenuti sono stati questi: di 120 denti considerati, 94 sono guariti completamente, con completo riempimento osseo della cavità creata e adeguata architettura periradicolare; 17 hanno presentato una cicatrice periradicolare e solo 4 hanno avuto una guargione incerta, per una percentuale di successo del 92,4%. Molti dei successi sono stati definiti guariti radiograficamente entro 1 anno dal trattamento (tabella1) e nessun caso guarito in breve tempo si è rivelato poi un fallimento. La presenza del perno o meno è stata considerata come detto sopra, quindi la guarigione è stata valutata anche dividendo gli elementi tra quelli che presentavano un perno e quelli che non lo avevano, ma statisticamente non è stata rilevata una differenza significativa rispetto al successo del trattamento.
Concludendo si può affermare che la percentuale di successi ottenuta è significativamente alta. Nello studio sono state introdotte moderne tecniche microchirurgiche e i criteri inclusivi sono stati poco restrittivi, il solo adottato è stata il riempimento del canale più corta di 3 mm rispetto all’apice radiografico e lo stato parodontale compromesso.
In definitiva, il risultato è positivo quando sono adottate tecniche chirurgiche moderne, il successo radiologico viene osservato a 1 anno dal trattamento mentre l’esito clinico positivo deve essere visibile in tempi molto più rapidi (1 controllo) per poter parlare di successo. Gli studi futuri dovrebbero orientarsi all’analisi di fattori chiave che possano influenzare il processo di guarigione.